Fino a ieri, molti analisti avevano ipotizzato che la Banca Centrale europea (BCE) avrebbe ridotto l’aumento previsto del costo del denaro, fermandolo a 25 punti base, a causa dei recenti crac bancari e dell’imminente rischio di recessione.
Tuttavia, durante la riunione di oggi, il Consiglio direttivo della BCE ha varato un ulteriore rialzo dei tassi di interesse di 50 punti base, ignorando il caos dei mercati finanziari e gli appelli degli investitori a ridurre l’inasprimento della politica monetaria almeno fino a quando il sentiment non si sarebbe stabilizzato.
Con questa decisione, quindi, il tasso sui depositi aumenta del 3%, il livello più alto dalla fine del 2008, mentre quelli di rifinanziamento principale e marginale salgono rispettivamente al 3,5% e al 3,75%.
Per frenare l’inflazione la BCE ha aumentato i tassi al ritmo più veloce mai registrato finora, ma il crollo dei mercati globali dopo il fallimento della Silicon Valley Bank negli Stati Uniti la scorsa settimana ha minacciato di sconvolgere questi piani all’ultimo momento.
“L’elevato livello di incertezza rafforza l’importanza di un approccio dipendente dai dati nelle decisioni sui tassi di riferimento del Consiglio direttivo“, ha dichiarato la BCE.
Giovedì mattina, dopo giorni di turbolenze sui mercati, gli investitori finanziari avevano stimato una probabilità del 50% di una mossa più contenuta, pari a 25 punti base, da parte dell’istituto. Hanno anche ridimensionato le aspettative per le manovre future, prevedendo un picco del tasso al 3,25%, al di sotto del 4,1% fissato la scorsa settimana.
Questa settimana, i titoli bancari dell’Eurozona sono stati in caduta libera, spaventati prima dal collasso di SVB e poi dal crollo azionario di Credit Suisse, un istituto di credito da tempo afflitto da problemi.
Tuttavia, nella notte la Banca Nazionale Svizzera ha concesso a Credit Suisse un salvagente di 54 miliardi di dollari, una dimostrazione di forza tale da far risalire le sue azioni di oltre il 20% e sollevare altri titoli bancari.
La preoccupazione principale per la BCE è che la politica monetaria funziona attraverso il sistema bancario e una crisi finanziaria in piena regola renderebbe la sua politica inefficace.
Ciò ha lasciato l’istituto in un dilemma, contrapponendo il suo mandato di lotta all’inflazione alla necessità di mantenere la stabilità finanziaria a fronte delle recenti turbolenze.
L’inflazione, principale responsabilità della banca, è molto più alta rispetto alle crisi precedenti e le nuove proiezioni della BCE, pubblicate giovedì, indicano una crescita dei prezzi superiore all’obiettivo del 2% fino al 2025.
Secondo l’ente guidato da Christine Lagarde, l’inflazione dovrebbe attestarsi in media al 5,3% quest’anno, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, aggiungendo che queste previsioni erano state messe a punto prima delle attuali vicissitudini bancarie.
“Il Consiglio direttivo segue da vicino le attuali tensioni di mercato ed è pronto a reagire se necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area euro“, ha dichiarato la BCE.
Mentre le crisi bancarie sistemiche si trasformano generalmente in profonde recessioni, il sistema finanziario dell’eurozona è nella sua forma migliore da anni, con capitale, liquidità e profitti a livelli sani.
Alcuni economisti hanno anche sostenuto che la BCE dispone di numerosi strumenti per combattere le tensioni di mercato e che quindi non era necessario sacrificare la mossa dei tassi per mantenere le attività finanziarie in attivo.
Ora, l’attenzione degli investitori si sta spostando sulla conferenza stampa della Presidente Christine Lagarde, che sarà interrogata sulle future manovre politiche e sul rischio di contagio nel settore bancario.
Sicuramente Lagarde tenterà di rassicurare gli investitori sullo stato di salute delle banche e affermerà che una serie di strumenti di liquidità della BCE rimane disponibile in caso di necessità.