Secondo una recente intervista rilasciata da Marco Santori, chief legal officer dell’exchange crypto Kraken, la piattaforma starebbe portando avanti i piani per lanciare una propria banca, nonostante il difficile contesto normativo negli Stati Uniti e le recenti sanzioni della SEC in merito ai suoi servizi di staking on-chain per i clienti statunitensi.

Kraken Bank è sulla buona strada per il lancio, che avverrà molto presto“, ha dichiarato Santori.

Già nel 2022, il CEX aveva annunciato di aver pianificato il lancio graduale della sua banca, aggiungendo che i primi servizi sarebbero stati forniti ai clienti statunitensi della piattaforma e poi agli altri.

Questo accadeva prima della decisione di Kraken (presa a inizio febbraio) di pagare una multa da ben 30 milioni di dollari alla Securities and Exchange Commission per risolvere le accuse di aver violato le norme statunitensi con i suoi servizi di staking crypto ai clienti retail e di interromperli negli Stati Uniti come parte dell’accordo con l’autorità di regolamentazione.

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Il difficile contesto normativo negli Stati Uniti

In un contesto tumultuoso, che sta ancora affrontando le ricadute del crollo di FTX, arriverebbe quindi addirittura una banca. E questo nonostante la crescente incertezza sul fronte normativo, con le voci su un possibile fallimento della Silvergate Bank, la banca specializzata in criptovalute, e Kraken presa da esempio dal presidente della SEC Gary Gensler, per “mettere in guardia tutti in questo settore”.

In un simile scenario, è evidente come una maggiore cautela sul fronte bancario potrebbe portare al progressivo soffocamento dell’innovazione nel settore, spalancando le porte a un’era in cui le banche saranno molto più caute su quali conti aprire e quali no.

E se per entità già consolidate come Coinbase e Kraken il futuro potrebbe ancora essere roseo, lo sarà sicuramente meno per realtà giovani con idee innovative sullo sviluppo delle infrastrutture che reggono la cripto-economia.

Secondo Santori, sebbene l’attuale scenario non consista in una repressione cospirativa nel settore crypto degli Stati Uniti, la questione potrebbe comunque diventare un tema politico rilevante per la prossima corsa elettorale americana.

Sicuramente non c’è un gruppo anti-crypto che si riunisce ogni settimana in una stanza buia a Washington”, ha dichiarato, infine, il manager di Kraken “Ma c’è un gruppo di regolatori a cui capita di pensare più o meno allo stesso modo riguardo alle criptovalute, ovvero che non avranno un ruolo rilevante e costruttivo per il futuro”.

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