Le azioni di Coinbase Global Inc. hanno subito il calo maggiore in oltre sei mesi dopo che la rivale Kraken è stata costretta a interrompere la fornitura di un servizio di investimento offerto anche dal più grande exchange cripto statunitense.

Kraken pagherà 30 milioni di dollari per risolvere le accuse della Securities and Exchange Commission di aver violato le norme statunitensi con i suoi servizi di staking crypto ti ai clienti retail e li interromperà negli Stati Uniti come parte dell’accordo con l’autorità di regolamentazione. Nello specifico, la SEC sostiene che il servizio di staking di Kraken equivalga a una vendita illegale di titoli.

In risposta all’accordo, il responsabile legale di Coinbase, Paul Grewal, ha dichiarato che i servizi di staking on-chain della società sono “fondamentalmente diversi”.

“Il programma di staking di Coinbase non è interessato dalla notizia di oggi“, ha dichiarato Grewal in una dichiarazione a Bloomberg News. “Ciò che è chiaro dall’annuncio di oggi è che Kraken stava essenzialmente offrendo un prodotto di rendimento. I servizi di staking di Coinbase sono fondamentalmente diversi e non sono titoli“.

Il titolo è crollato del 14%, il calo maggiore dal 26 luglio 2022. In quell’occasione Bloomberg aveva riferito che Coinbase stava affrontando un’indagine negli Stati Uniti per verificare se avesse impropriamente permesso ai suoi utenti di negoziare asset digitali che avrebbero dovuto essere registrati come titoli. L’amministratore delegato di Coinbase, Brian Armstrong, ha replicato l’annuncio di mercoledì scorso sull’accorso tra Kraken e la Sec, rimproverando quest’ultima di volersi sbarazzare della compravendita di criptovalute da parte degli investitori retail.

I programmi di crypto-staking sono diventati un flusso di entrate significativo per gli exchange come Kraken e Coinbase, mentre il loro volume di scambi diminuisce a causa del crollo dei prezzi degli asset digitali.

Per Coinbase, le entrate derivanti dai sistemi di pagamento sulla blockchain, e principalmente dallo staking di criptovalute, hanno rappresentato l’11% delle entrate nette nel terzo trimestre del 2022, rispetto all’8,5% del secondo trimestre.

In aggiunta, Coinbase è il secondo maggior depositante di Ether, con miliardi di dollari di ETH messi in staking negli exchange e nei protocolli decentralizzati, come Lido e Rocket Pool, per ottenere rendimenti.

In un’intervista, Grewal ha dichiarato che il servizio di Coinbase per lo staking è diverso da quello di Kraken perché i relativi guadagni sono completamente rivelati e determinati dai protocolli blockchain, aggiungendo inoltre che le attività staked sono sempre attività del cliente poiché non c’è “alcun trasferimento di titoli”.

Per chi non lo sapesse, lo staking crypto consiste nel bloccare le proprie partecipazioni in criptovalute su una blockchain, come Ethereum, per ottenere interessi o ricompense

I principali exchange, tra cui Coinbase e Binance, hanno iniziato a offrire servizi di staking di Ether ai loro clienti quando, nel settembre dello scorso anno, la blockchain di Ethereum ha realizzato l’update per la transizione dalla Proof of Work (“PoW”) alla Proof of Stake, permettendo così agli investitori di bloccare i propri Ether sulla blockchain per ottenere rendimenti.

“L’accordo di Kraken costituisce un precedente per gli altri exchange che offrono prodotti simili ai propri clienti”, ha dichiarato Marc Arjoon, ricercatore associato presso la società di investimenti in criptovalute CoinShares.

Anche Coinbase e Binance offrono token derivati ai clienti che effettuano lo staking: scambiati in un rapporto uno a uno con gli Ether, questi token consentono di scambiare i propri ETH anche se sono ancora bloccati su Ethereum.

Secondo CoinGecko, cbETH – il liquid staking token di Coinbase, è sceso del 5,6% nelle ultime 24 ore.

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