OpenAI, la startup madre del popolare chatbot ChatGPT, ha stupito il mondo con i suoi prodotti di intelligenza artificiale e con il suo sbalorditivo finanziamento di 10 miliardi di dollari da parte di Microsoft Corp. Ora, un numero crescente di aziende sta facendo a gara per cercare di superare la società di San Francisco nel mondo improvvisamente in fermento dei servizi di AI.
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I software di IA generativa – così chiamati per la loro capacità di generare nuovi contenuti a partire da testi digitali, foto e opere d’arte – stanno attirando ingenti somme di capitale di rischio e, secondo i dati di PitchBook, nel 2022 hanno raccolto circa 920 milioni di dollari solamente negli Stati Uniti, con un aumento del 35% rispetto all’anno precedente.
OpenAI è una società di ricerca senza scopo di lucro dedita a sperimentare e sviluppare un’intelligenza artificiale sicura ed efficiente. Fondata nel 2015 da Elon Musk, Sam Altman e Greg Brockman, conta attualmente uno staff di circa 60 tra ricercatori e ingegneri.
La mission aziendale è quella di esplorare l’impatto che l’AI può avere sull’umanità: da un lato, queste tecnologie hanno in sé un enorme potenziale positivo, ma dall’altro potrebbero anche condurre al rischio concreto di causare danni alla società. Conducendo e pubblicando ricerche e analisi in proposito, OpenAI cerca di contribuire a uno sviluppo sano e sicuro dell’intelligenza artificiale.
L’ultima ricerca della startup con sede a San Francisco si è focalizzata sui modelli linguistici e sulle loro implicazioni. I ricercatori hanno “addestrato” un modello linguistico non supervisionato su larga scala in grado di fornire risposte coerenti e realistiche alle domande degli utenti. Durante i primi esperimenti, questa intelligenza artificiale ha raggiunto prestazioni allo stato dell’arte su molti benchmark di modellazione linguistica e ottimi risultati di comprensione rudimentale della lettura, traduzione automatica, risposta alle domande e riassunto. Il tutto, senza un training specifico per il task.
Il modello, denominato GPT-2, è basato su un trasformatore linguistico con 1,5 miliardi di parametri, addestrato su un set di dati derivanti da otto milioni di pagine web.
“GPT-2 genera campioni di testo in risposta al modello che viene attivato partendo da un input arbitrario”, ha spiegato OpenAI, con il supporto di manager del calibro di Elon Musk e Peter Thiel.
ChatGPT è l’acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer e si tratta, in soldoni, di un soffware di intelligenza artificiale generativa text-to-text che sfrutta le cosiddette AI amichevoli (friendly Ai o Fai) per fornire risposte chiare ed esaustive a qualsiasi richiesta dell’utente.
Il suo segreto è legato a una sofisticata tecnica di deep learning che gli consente di analizzare e comprendere il significato di un testo per rispondere in modo automatico ai quesiti che gli vengono sottoposti, servendosi delle informazioni a sua disposizione, tra cui siti web ufficiali del governo, corsi online, social media, Wikipedia ed eBook.
Dopo aver suscitato grande ammirazione per i prodotti che ha realizzato finora con GPT, OpenAI ha di recente annunciato il rilascio nella suite Azure OpenAI Service – la piattaforma nata dalla collaborazione con Microsoft – di GPT-3.5, la nuovissima versione dell’attuale Chat GPT-3, arricchita da una capacità di linguaggio ancora più avanzata e da una maggiore accuratezza e flessibilità nella generazione dei testi, per permette agli sviluppatori e alle aziende di utilizzare i servizi di intelligenza artificiale di OpenAI direttamente all’interno di Azure.
Dalla fine del 2022, all’interno delle infrastrutture cloud sono disponibili anche DALL-E 2, che permette di creare immagini a partire da descrizioni testuali, e Codex, una tecnologia di AI progettata per generare testi complessi, come articoli, racconti e romanzi.
A novembre OpenAI ha rilasciato il chatbot ChatGPT per la prima sperimentazione ad ampio raggio e in breve tempo il programma ha iniziato a produrre poesie raffinate e ha superato alcune sezioni dell’esame di abilitazione alla professione forense.
Ma OpenAI non è l’unico gioco in città. Alcuni dei primi lavori sui modelli di deep learning e linguaggio esteso provengono da Google di Alphabet Inc. e da una serie di startup, che stanno attualmente lavorando ad altri progetti simili.
“OpenAI ha avuto un ruolo di primo piano con una serie di modelli a linguaggio esteso, ma quest’anno ne arriveranno molti altri“, ha dichiarato Niko Bonatsos, amministratore delegato di General Catalyst – “Ci sarà più concorrenza“.
Prendiamo ad esempio Stability AI: quando OpenAI ha rilasciato Dall-E l’anno scorso, la società fondata nel 2020 da Emad Mostaque non era molto indietro e ha rapidamente rilasciato il proprio generatore di immagini AI chiamato Stable Diffusion, che è diventato il principale concorrente di Dall-E.
Sebbene i software delle due società siano apparentemente simili, una differenza fondamentale è che Stability è open-source, il che significa che le aziende possono analizzare, modificare e costruire sui propri modelli. In OpenAI, invece, il set di dati e le altre tecnologie che compongono Dall-E sono proprietarie e riservate, sebbene le aziende possano integrare Dall-E anche nei propri prodotti.
Un altro temibile competitor è Anthropic, società fondata nel 2021 da alcuni ex leader di OpenAI, tra cui i fratelli Daniela e Dario Amodei, rispettivamente vicepresidente della sicurezza e vicepresidente della ricerca, che hanno guidato il lavoro su GPT-2 e GPT-3.
A Gennaio, Anthropic ha rilasciato un test limitato di un nuovo chatbot, soprannominato Claude, in grado di competere con ChatGPT. Sebbene Claude sia meno abile di ChatGPT nella codifica, un portavoce di Anthropic ha dichiarato che il software pone particolare enfasi sull’etica ed è quindi più difficile fargli dire qualcosa di offensivo o inopportuno. L’azienda ha condotto svariati test approfonditi in cui alcune persone hanno cercato di piegare le regole del programma. Scale AI, una startup che ha avuto accesso a Claude per testarlo, ha concluso che “Claude non solo è più incline a rifiutare richieste inappropriate, ma è anche più divertente di ChatGPT“.
“Abbiamo costruito Claude come banco di prova per la sicurezza dell’IA, cercando di sviluppare intuizioni su come creare sistemi di IA che siano utili, onesti e innocui“, ha detto il co-fondatore della società Dario Amodei.
Tra i finanziatori di Anthropic figurano il cofondatore di Facebook Dustin Moskovitz, l’ex amministratore delegato di Google Eric Schmidt e il cofondatore di FTX Sam Bankman-Fried, ora caduto in disgrazia. La scorsa settimana Google ha investito quasi 400 milioni di dollari in Anthropic e ha siglato un accordo in cui la startup utilizzerà il suo cloud.
Anche la startup israeliana AI21 Labs ha sviluppato un rivale di GPT-3, chiamato Jurassic, oltre a strumenti che utilizzano l’AI per aiutare i clienti a scrivere.
“Il nostro obiettivo è stato quello di cambiare il modo in cui leggiamo e scriviamo“, ha affermato il co-fondatore Yoav Shoham, ex direttore del laboratorio di intelligenza artificiale della Stanford University.
Il primo modello di grandi dimensioni dell’azienda aveva all’incirca le stesse dimensioni di GPT-3, anche leggermente più grande, ma più recentemente AI21 ha rilasciato una versione molto più piccola. La performance è stata impressionante, ha detto Shoham. Circa 25.000 sviluppatori si sono iscritti per utilizzare Jurassic e a novembre l’azienda lo ha reso disponibile tramite il servizio AI cloud di Amazon.
Chi, invece, vuole parlare con Joe Biden, piuttosto che con Dio, può affidarsi alla tecnologia di Character.AI, che consente agli utenti di creare chatbot che simulano entrambi, insieme ad altre celebrità.
La società è stata fondata nel 2021 da Noam Shazeer, un ex ricercatore di Google Brain e uno degli inventori del trasformatore linguistico, una componente chiave dei nuovi modelli di deep learning e linguaggio esteso.
L’azienda ha lanciato la versione beta del suo software meno di un anno dopo e in questo momento sta cercando di raccogliere un massiccio round di finanziamento di $ 250 milioni. Finora, i suoi investitori includono il creatore di Gmail Paul Buchheit e l’ex CEO di GitHub Nat Friedman.
Anche, il gigante cinese dei motori di ricerca, Baidu Inc, sta pianificando il lancio di un chatbot dotato di intelligenza artificiale (AI) simile a ChatGPT di OpenAI, come ha dichiarato la scorsa settimana a Bloomberg una persona che ha familiarità con la questione. Il servizio potrebbe debuttare a marzo ed essere inizialmente integrato nei principali servizi di ricerca di Baidu Inc. Lo strumento, il cui nome non è ancora stato deciso, consentirà agli utenti di ottenere risultati di ricerca in stile conversazione e il sistema Ernie – un modello linguistico su larga scala che è stato addestrato sui dati per diversi anni dai ricercatori di Baidu – sarà la base del progetto, ha detto la fonte.
Infine, ma non per importanza, c’è Google. Per certi versi, è sorprendente che il colosso di Mountain View non sia già il nome dominante nel settore dell’intelligenza artificiale, visto che è stato pioniere nel campo dei modelli linguistici di grandi dimensioni con BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers), un sistema utilizzato per alimentare il suo motore di ricerca.
Ma ultimamente la famosa operazione di ricerca sull’AI di Google sembra impantanata in un dilemma: se rendere pubblico il proprio lavoro e come innovare senza mettere a rischio il motore di ricerca e l’attività pubblicitaria dell’azienda. A dicembre, alcuni dipendenti hanno chiesto all’amministratore delegato Sundar Pichai e al capo della ricerca sull’intelligenza artificiale Jeff Dean di parlare della concorrenza di ChatGPT. Secondo la CNBC, i dirigenti hanno risposto che, mentre le altre startup possono rilasciare nuovi strumenti al pubblico in tempi rapidi, Google deve affrontare un enorme rischio di reputazione in caso di errori.
Da allora Pichai e i dirigenti dell’azienda hanno mobilitato team di ricercatori per rispondere a ChatGPT, considerando la situazione una minaccia da “codice rosso”. Secondo quanto riportato la scorsa settimana, l’azienda starebbe testando internamente dei rivali di ChatGPT. Uno di questi si chiama Apprentice Bard ed è basato su LaMDA, il sistema Language Model for Dialogue Applications di Google. Inoltre, presso il laboratorio DeepMind AI di Google a Londra, i ricercatori hanno pubblicato un lavoro su un software di intelligenza artificiale conversazionale chiamato Sparrow.
La scorsa settimana, durante la teleconferenza sui guadagni di Alphabet, Pichai ha dichiarato che Google renderà disponibili “nelle prossime settimane e mesi” modelli linguistici di grandi dimensioni basati sull’intelligenza artificiale come LaMDA.