Di recente una persona che ha familiarità con la questione ha dichiarato all’agenzia di stampa britannica Reuters che la società cinese di ricerca su Internet Baidu Inc sta pianificando il lancio di un chatbot dotato di intelligenza artificiale (AI), simile a ChatGPT di OpenAI, a marzo.
La fonte, che ha chiesto di rimanere anonima poiché si tratta di informazioni ancora riservate, ha anche aggiunto che l’azienda tecnologica con sede a Pechino intende lanciare il servizio inizialmente come applicazione autonoma, per poi integrarlo gradualmente nel suo motore di ricerca.
ChatGPT è l’acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer e si tratta di un sotfware che sfrutta le cosiddette AI amichevoli (friendly Ai o Fai) per rispondere a domande su vari argomenti e interagire con gli utenti attraverso una conversazione quasi umana.
Il suo segreto è legato a una sofisticata tecnica di deep learning che gli consente di analizzare e comprendere il significato di un testo, rispondendo in modo automatico ai quesiti dell’utente, servendosi delle informazioni a sua disposizione per fornire risposte coerenti e realistiche.
Attualmente in Cina i chatbot si concentrano sull’interazione sociale, mentre ChatGPT è in grado di svolge anche compiti più professionali e complessi, come la programmazione e la scrittura di saggi.
Baidu ha in programma di incorporare i risultati generati dai chatbot quando gli utenti fanno una richiesta al motore di ricerca, invece di limitarsi ai soli link.
Il colosso tecnologico Microsoft (NYSE: MSFT) ha contribuito allo sviluppo del nuovo ChatGPT investendo un miliardo di dollari nella società di San Francisco e siglando un accordo di partnership per diventare il suo fornitore “esclusivo” di infrastrutture cloud.
L’azienda sta anche lavorato per integrare il software nel suo motore di ricerca Bing e nelle sue applicazioni di Microsoft 365 (tra cui Word, Outlook e PowerPoint), come aveva annunciato in precedenza il Ceo Satya Nadella.
Anche la società cinese Baidu sta investendo molto nella tecnologia AI, nei servizi cloud, nei chip e nella guida autonoma, nel tentativo di diversificare le proprie fonti di reddito e di spodestare il monopolio de facto del gigante dei motori di ricerca Google, di proprietà di Alphabet, e del colosso tecnologico di Redmond Microsoft.
Il mese scorso, in occasione di una conferenza per gli sviluppatori, Baidu ha presentato tre software dotati di intelligenza artificiale, la cui tecnologia consente loro di assumere il ruolo di sceneggiatore, illustratore, montatore o animatore.
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