Tra il 1° novembre e il 24 dicembre, la società di business intelligence MicroStrategy ha acquistato 3.205 BTC Bitcoin. Il 22 dicembre ne ha però venduti 704, il che significa che le sue partecipazioni totali ammontano ora a 132.251 BTC.

Nel corso degli anni, l’azienda americana ha speso circa 4,03 miliardi di dollari per costruire il suo portafoglio di Bitcoin, mentre adesso il loro valore è di appena 2,1 miliardi.

Ieri, con un post pubblicato sul suo account Twitter personale, il presidente esecutivo Michael Saylor ha annunciato che l’organizzazione ha aumentato le sue partecipazioni in Bitcoin di 2.500 BTC e che al momento detiene 132.500 Bitcoin acquistati per 4,03 miliardi di dollari a un prezzo medio di 30.397 dollari per asset.

Nel frattempo, la notizia ha causato reazioni contrastanti da parte della comunità crypto: alcuni hanno applaudito la strategia, sostenendo che avrebbero comprato a loro volta ulteriori BTC, mentre altri hanno evidenziato potenziali effetti negativi. Tra questi ultimi, il più critico è stato l’analista crypto Willy Woo, secondo cui il fatto che una singola azienda possieda una quota tanto grande dell’offerta totale di BTC rappresenta un rischio di eccessiva centralizzazione.

Ha poi aggiunto che i Bitcoiner non dovrebbero festeggiare quando una società accumula così tanti BTC, ma bisognerebbe invece celebrarne l’adozione da parte degli utenti comuni.

In risposta, il collega Dan Held ha invece rassicurato che non c’è alcun rischio di centralizzazione, perché la proprietà dell’asset non equivale al controllo del network. Held ha inoltre sottolineato che non c’è modo di controllare chi acquista Bitcoin, visto che sia le persone comuni che le aziende possono comprare tutti i BTC che vogliono.

A inizio novembre, il CEO di MicroStrategy ha confermato che non ci saranno cambiamenti nella sua strategia di acquisto e mantenimento di Bitcoin, dichiarando di aver investito per il “lungo termine”. Di recente ha anche svelato i piani dell’azienda per fornire soluzioni Lightning Network, affermando che MicroStrategy sta già esaminando dei software per l’utilizzo della rete.

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