L’ex CEO dell’exchange in bancarotta FTX, Sam Bankman-Fried, è stato arrestato alle Bahamas. Ne dà notizia il governo bahamiano, specificando che i magistrati statunitensi hanno formalizzato accuse penali nei confronti di SBF e ne chiederanno l’estradizione.

L’arresto arriva un mese dopo l’improvviso crollo dell’ex gigante delle criptovalute FTX, che in seguito ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti ai sensi del Capitolo 11.

Secondo un comunicato stampa dell’Ufficio del procuratore generale delle Bahamas pubblicato lunedì 12 dicembre 2022, l’arresto di SBF è stato effettuato dalla Royal Bahamas Police Force, dopo che gli Stati Uniti hanno notificato alle Bahamas le accuse penali presentate contro l’ex crypto miliardario.

Nel frattempo, le autorità locali attendono una richiesta di estradizione dagli USA, affermando che verrà elaborata prontamente “ai sensi della legge delle Bahamas e dei suoi obblighi contrattuali con gli Stati Uniti”.

Commentando l’ultimo sviluppo dell’ormai tristemente famosa saga di FTX, il primo ministro delle Bahamas, Philip Davis, ha dichiarato:

“Le Bahamas e gli Stati Uniti hanno un interesse comune a ritenere responsabili tutti gli individui associati a FTX che potrebbero aver tradito la fiducia pubblica e infranto la legge. Mentre gli Stati Uniti perseguono individualmente accuse penali contro SBF, le Bahamas continueranno le proprie indagini normative e penali sul crollo di FTX, con la continua cooperazione delle forze dell’ordine e dei partner normativi negli Stati Uniti e altrove.”

Il procuratore degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York, Damian Williams, ha confermato l’arresto su Twitter, affermando che l’azione è stata intrapresa “su richiesta del governo degli Stati Uniti, sulla base di un atto d’accusa sigillato presentato dall’SDNY”. L’avvocato statunitense ha poi aggiunto: “Ci aspettiamo di muoverci per aprire l’atto d’accusa domattina (13 dicembre) e avremo altro da dire in quel momento”.

L’arresto di Sam Bankman-Fried è il più grande nel settore delle criptovalute e arriva un mese dopo il crollo del suo ormai defunto exchange FTX. All’inizio di dicembre, l’ex CEO ha accettato di testimoniare davanti alla commissione sui servizi finanziari della Camera degli Stati Uniti, prevista per il 13 dicembre.

Nelle interviste rilasciate ai media dopo il crollo del suo impero, SBF ha ammesso di aver commesso gravi errori di gestione, ma ha anche affermato di non aver mai cercato di commettere frodi o di infrangere la legge.

Nelle sue osservazioni preparate per l’udienza della Camera degli Stati Uniti a cui doveva partecipare oggi, martedì 13 dicembre, l’ex CEO di FTX aveva offerto una valutazione schietta della sua situazione. “Vorrei iniziare dichiarando formalmente sotto giuramento: ho fatto una cazzata!” si legge nelle dichiarazioni ottenute da Bloomberg.

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